
FISI – COMITATO REGIONALE
ALPI CENTRALI
Una giornata, meteorologicamente parlando, davvero difficile quella odierna a Pila dove è stata la scarsa visibilità e la neve a farla da padrona costringendo gli organizzatori ad un vero e proprio miracolo per poter consentire lo svolgimento del super gigante, ultimo atto di questa tre giorni dedicata ai campionati italiani riservati alla categoria aspiranti.
Per il Comitato FISI Alpi Centrali, invece, è stata una giornata raggiante grazie alla medaglia d’oro di Marco Furli. Il valtellinese “griffato” Alta Valtellina Alpine Ski cala il bis e vince anche questa gara, 24 ore dopo aver conquistato lo scudetto nella prova di discesa libera.
Ci si attendeva una grande performance da parte del valtellinese e Marco Furli ha saputo rispettare tutti i pronostici della vigilia.
Furli ha messo dietro il padrone di casa Federico Simoni e l’altoatesino Dominik Zuech.
Domani sempre a Pila scende in pista il settore femminile con coach Elio Presazzi e le “sue” ragazze pronte a dare battaglia per una due giorni dedicati al super giganti e validi come tappa del Circuito Italia Gran Prix Giovani.
Marco Cerottini

Milano 24 marzo. La città meneghina ospiterà nell’ultimo week end di marzo, da venerdì 28 a domenica 30, la quarta edizione del Torneo “Italian Junior International”. All’evento in programma al PalaBadminton – Centro Tecnico Federale di via Cimabue 24, si sono accreditati 147 atleti (87 maschi e 60 femmine) provenienti da 30 Nazioni di 4 Continenti.
Gli Italian Junior International sono uno dei più importanti tornei Under 19 organizzati in Europa sia per il numero di partecipanti che per le nazioni presenti.«Parliamo di un evento in continua crescita che raccoglie attorno a sé sempre più entusiasmo e consenso visto che rispetto alla prima edizione il numero degli atleti partecipanti si è raddoppiato – le parole del Presidente Federale Alberto Miglietta -. Quest’anno inoltre, gli Italian Junior International oltre ad essere un’ottima occasione per vedere all'opera i giovani talenti in erba accoglieranno anche un raduno del progetto di sviluppo della Confederazione Europea, “BEC - Regional Projects”, condotto dallo Staff della Nazionale».
Il BEC - Regional Projects, è un evento promosso dalla Confederazione Europea per favorire la crescita tecnica degli atleti, che divide le federazioni associate in aree di pertinenza geografica. All'evento, in programma da oggi fino a giovedì 27 marzo, partecipano 28 atleti juniores e under 17, di cui 12 spagnoli, 6 portoghesi e 10 italiani mentre lo staff che seguirà il raduno è composto da Arturo Ruiz (Direttore Tecnico dell'Italia), Fabio Morino (Direttore Tecnico Giovanile dell'Italia), Lorenzo Pugliese (Preparatore Atletico dell’Italia), Henri Vervoort (Allenatore Italiano), Jorge Caçao (Allenatore Portoghese) e Cesar Gonzàles (Allenatore Spagnolo).
Ritornando alla competizione internazionale del fine settimana, tra gli atleti partecipanti i giovani top players di Austria (Wolfgang Gnedt n. 15 nel BWF ranking mondiale juniores), Bulgaria (Maria Mistova n. 19), Croazia (Maja Pavlinic, n. 14) Germania (Max Weisskirchen n. 4), Messico (Luis Ramon Garrido n. 13), Olanda (Alida Chen n. 15), Spagna (Enrique Penalver, n. 8 e Clara Azurmendi n. 17), ma anche giocatori dello Sri Lanka ed Egitto.
L'Italia sarà rappresentata da ben 16 atleti: Lucrezia Boccasile (campionessa U15 di doppio misto 2013), Greta Cavone, Giulia Fiorito, Lisa Iversen (vice campionessa U17), Karin Maran (campionessa juniores 2013), Marah Punter e Hannah Strobl (vicecampionesse assolute di doppio femminile), Camilla Taramelli, Matteo Bellucci, Fabio Caponio (Campione U15 2013), Lukas Osele e Kevin Strobl (campioni di doppio maschile U17), David Salutt (vicecampione U17), Bruno Stegani, Andreas Stocker e da Lidia Rainero.
Si gareggerà nelle specialità di singolo maschile, singolo femminile, doppio maschile, doppio femminile e doppio misto. La competizione avrà inizio venerdì alle ore 9.00 con gli incontri dei tabelloni principali nelle cinque specialità, proseguiranno poi sabato sempre dalle ore 9.00 mentre le finali, che saranno trasmesse in diretta streaming sul sito federale www.badmintonitalia.it, sono fissate per domenica dalle ore 10.00.
Link del torneo:
http://tournamentsoftware.com/sport/tournament.aspx?id=3E35C03D-6F6F-4B55-A1E6-99509E5E3E44

Nonostante le condizioni climatiche per nulla favorevoli, si è svolta nella giornata di domenica la 39esima edizione della Stramilano Agonistica Internazionale. La competizione ha visto il trionfo, sia in campo maschile che in quello femminile, dei colori keniani. Tra gli uomini si è imposto Thomas J. Lokomwa, che ha chiuso con il tempo di 1h 01: 39, che ha superato il connazionale campione uscente Kiprop Lipo, giunto al traguardo staccato di soli 16 secondi; la gara femminile ha invece visto la vittoria della keniana Lucy Wambui Murici con il crono di 1h 10: 52, staccando di pochi secondi le etiopi Biruk e Jepkurgat. Nella gara maschile il migliore degli italiani è stato Yassine Rachik, giunto quinto, mentre tra le donne Claudia Pinna è giunta settima. All’Arena Civica gli atleti sono stati premiati da Camillo Onesti, Presidente di Stramilano, e da Pier Luigi Marzorati, Presidente del Comitato Regionale CONI Lombardia. Ad attendere i vincitori c’erano gli oltre 50.000 presenti, che nella prima mattinata hanno partecipato alla 43esima edizione della Stramilano, corsa di 10 km da percorrere in 5 ore, e alla Stramilanina dei bambini. Tra le personalità note che hanno partecipato alla corsa: Stefano Baldini, l’assessore allo Sport e alle Politiche dei Giovani della Regione Lombardia Antonio Rossi, l’assessore allo Sport e il tempo libero del Comune di Milano Chiara Bisconti, oltre alla partecipazione del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia.

Il prossimo 30 giugno scatterà ufficialmente l’obbligo di accettazione della moneta elettrica da parte degli esercenti di attività commerciali e di servizi. Con la conversione in legge del Decreto milleproroghe (150/2013), tutti i gestori di impianti sportivi, associazioni e società sportive dilettantistiche dovranno necessariamente dotarsi di un POS (Point of Sale). In vista di aggiornamenti futuri l’obbligo è in vigore, anche se non sono ancora previste sanzioni in caso di inadempienze.

Durante la manifestazione, organizzata in occasione della Giornata Mondiale contro il razzismo, presso il Lido di Milano da Comunità Nuova per il progetto “Io tifo positivo”, abbiamo intervistato tre grandi campioni del passato, che hanno partecipato agli incontri tenutisi tra le personalità legate allo sport e gli studenti delle scuole medie di Milano, all’interno dell’evento “Tweet off racism”.
Roberto Galia, ex terzino e mediano della Juventus di inizi anni ‘90, ci ha tenuto a sottolineare l’importanza di manifestazioni di questo genere: «penso che siano importanti giornate dello sport dedicate al razzismo perché alcuni personaggi, resi famosi dai successi sportivi, possono far capire la centralità di certe questioni. È fondamentale, a mio modo di vedere, mostrare ai giovani che saranno il nostro futuro, di avere più rispetto per le persone di colore»; per poter riuscire in questo Galia riconosce un ruolo chiave alle famiglie affinchè «diano indicazioni positive ai propri figli». In seguito aggiunge che «a volte le televisioni amplificano dei semplici episodi: succede così che si confondano degli sfottò contro una squadra avversaria, fatti da alcuni tifosi, con delle accuse di razzismo. Il razzismo c’è, ma bisogna stare attenti a non confonderlo con altro; ritengo che bisogni insegnare un modo di tifare differente, che parta dal rispetto della persona». Infine chiediamo a Galia il modo migliore per debellare il razzismo, ci dice che «è fondamentale educare le famiglie e i figli. Anche se nella mia vita di calciatore e di responsabile del settore giovanile non mi sono mai imbattuto direttamente in episodi di razzismo, capita che i figli siano ulteriormente osannati e difesi dai genitori. Giornate del genere hanno un peso fondamentale nel far intendere che spesso bisogna pensare prima di agire».
In seguito incontriamo Gianluca Zambrotta, campione del mondo nel 2006, tra i migliori interpreti a livello internazionale del ruolo di terzino e oggi allenatore del Chiasso. Anch’egli evidenzia l’importanza di un evento del genere, «il cui slogan potrebbe essere “un calcio al razzismo”, perchè è un messaggio a 360° che parte dalla certezza che tutte le persone sono uguali e nessuno è diverso. Ritengo sia importante comunicare questo messaggio ai giovani, ma anche ai meno giovani perché è giusto fargli comprendere che il loro ruolo di educatori è fondamentale come esempio e come mezzo per far passare un messaggio positivo». Poi ci racconta il suo pensiero su come andrebbe debellato il razzismo: «è chiaro che se, andando a vedere una partita, sento i classici “buu” contro giocatori di colore, le istituzioni hanno il dovere di chiudere parte dei settori dello stadio. In questo modo mandano un messaggio duro e concreto per combattere il razzismo. Lo sfottò è comprensibile, ma il “buu” è un chiaro messaggio razzista».
Da ultimo ci dice la sua opinione sul razzismo anche Daniele Gilardoni, ben 11 volte campione del mondo di canottaggio; anche Daniele conferma che il fenomeno nello sport purtroppo esiste, ma ci tiene a ricordare che «lo sport può sconfiggerlo, ed in tal senso fondamentale è il contributo che possono dare gli sportivi e coloro che vengono stimati come idoli dalla gente. Eventi, come quello organizzato da Comunità Nuova, sono importanti perché sono sempre una cosa buona, in quanto si propongono di combattere un aspetto negativo della società. Il Comitato Regionale CONI Lombardia tiene molto a queste iniziative, e per questo motivo ha voluto la partecipazione di atleti di alto livello, soprattutto del mondo del calcio che è l’ambiente dove il razzismo è più presente (oltre a Zambrotta e Galia, erano presenti Damiano Tommasi e Pietro Vierchowod). I bambini hanno reagito bene ai discorsi, anche perché hanno sentito parlare dei campioni». Molto interessante quello che Gilardoni sottolinea in seguito quando ci dice che «purtroppo in alcuni paesi manca la cultura sportiva, e ciò a volte fa nascere alcuni episodi legati al razzismo. È proprio l’assenza di una cultura sportiva che genera episodi gravi, essi non vanno combattuti con la violenza ma bensì con le parole che spesso incidono maggiormente». Da ultimo il campione di canottaggio ci racconta come nel “suo” sport ci sia «una cultura sportiva che nasce dentro di te già da piccolino, in quanto da agonista vedi si lo sport come confronto per battere altre persone, ma una volta terminata la gara si resta amici. È bello che il senso di unione e di amicizia continui negli anni e non finisca con il termine dell’attività agonistica, questo clima infatti contribuisce a far nascere dei sintomi positivi che portano ad andare contro il razzismo. Alla fine siamo tutti uguali e ci dobbiamo scontrare “solo” sui campi di gara».